Partito

Per Gianni Cuperlo segretario del PD

"Arriva sempre il momento nella vita di un uomo o di una donna in cui bisogna assumersi le proprie responsabilità, affrontare con coraggio una scelta in grado di cambiare la propria vita e quella degli altri. Per me questa scelta è candidarmi alla Segreteria del PD, del partito in cui credo, del quale con orgoglio espongo il simbolo perché è immagine di libertà, coraggio, dignità della persona e di comunità. Parole che dicono chi siamo e che rivelano il bello di definirsi democratici. A muovermi non è la volontà di un’affermazione personale, ma il senso di una riscossa collettiva. La convinzione che il PD possa tornare a scommettere sull’Italia, perché il nostro Paese ha le risorse e le energie per rifondare se stesso.

Questo è il motivo più profondo per cui mi candido.

Il PD ha bisogno di un Segretario che si dedichi, a tempo pieno, a ricostruire il legame con la società sulla base di una visione del futuro che non sia solo un programma di Governo".

Michele Orlando segretario PD: superate le 350 adesioni

Molte le adesioni alla candidatura di Michele Orlando alla carica di segretario provinciale del PD. Esse superano ampiamente la soglia delle 350. Tre le esigenze del PD bresciano ritenute da Orlando delle vere priorità: un profilo politico da rafforzare, una presenza nella società bresciana da consolidare, una struttura organizzativa da ricreare. Sono le premesse per ridare slancio al partito, per riconnetterlo con la società e con i simpatizzanti, per superare quello scoramento che aleggia tra gli iscritti in particolare dopo le vicende degli ultimi mesi. Orlando inoltre è la persona giusta in grado di investire sulla costruzione di un gruppo dirigente nel segno del rinnovamento, delle competenze, della disponibilità e della generosità. Serve un grande lavoro, fatto con una forte dedizione: per questo è stato apprezzato l’impegno più volte ribadito ufficialmente da Orlando di fare il segretario, di tutti, per 4 anni, l’intera durata del mandato congressuale; con un profilo di autonomia, di serietà e di credibilità, e con un forte spirito unitivo.

Congresso PD: No alla divisione dell'area riformista e di sinistra

“Lettera aperta” di Paolo Pagani ai Dirigenti nazionali del PD

Scrivo questa “lettera aperta” a nome d’un gruppo di Amici e Compagni, dirigenti provinciali e di Circoli PD di Brescia, che hanno convintamente sostenuto la candidatura di Bersani a segretario di partito e a premier, per esprimere una grande preoccupazione in merito ad alcune scelte congressuali. Il prossimo congresso dovrà essere di rifondazione del PD come partito di centro sinistra, plurale, riformista e popolare. In questa prospettiva un ruolo e una responsabilità dirimenti spettano in particolare anche all’area riformista e di sinistra del partito. In una fase molto complessa e difficile, considerando i gravi problemi sociali, occupazionali ed economici sul cammino del Governo Letta, nonché l’incertezza che grava sulla sua prospettiva.

Bragaglio: Rifondare il PD

Dopo le drammatiche giornate del PD, nulla può essere scontatamente come prima.

Sia per chi il PD non l’ha voluto, così come poi  s’è formato. Sia per chi pensa che il PD - quello vero - non sia mai nato. Sia per chi immagina che il grande sogno d’un partito nuovo lo si sia tradito. Sia per chi teme - rassegnato - che sia ormai prossima un’esplosione.

Di tutto si dovrà discutere, perché pesanti errori – e non solo recenti -  si son compiuti, ma con l’intenzione e la ferma determinazione  di “rifondare”, e non di “liquidare” questo partito.

Immaginando, per il futuro,  anche la necessità di articolazioni interne diverse, nel quadro più ampio e ricomposto del centro sinistra. Con strategie, perimetri, identità e rappresentatività sociali e culturali da ridefinire. Anche alla radice. 

 

Bragaglio: Primarie come leva di partecipazione civica e di cambiamento

Dal voto emergono dati incoraggianti per le elezioni in Loggia, sia per il PD che per l’ampia coalizione che si è riconosciuta nel patto civico di Ambrosoli. Ma v’è pure la consapevolezza che non vi siano automatismi. Considerando, oltretutto, l’eventuale contraccolpo di vicende nazionali, con un  governo simil-tecnico. O regionali, con Maroni percepito come un reale cambiamento e non come una finzione postformigoniana.

Il modello di Ambrosoli rappresenta sicuramente l’ineludibile riferimento per un PD aggregativo d’una ampia coalizione. Sapendo altresì che Ambrosoli ha pure rappresentato il vantaggio d’una candidatura civica e d’una forte evocazione “morale”.

In secondo luogo si pone a Brescia il problema d’un processo partecipativo della città, quindi delle “primarie”, intese non già come una burocratica definizione di rapporti interni alla coalizione, ma come occasione -  da troppo tempo rinviata od aggirata – per un confronto non autistico in città tra programmi e candidati. Anche al fine di promuovere la legittimazione di scelte, con modalità non solo partitiche, analoghe a quelle già soccombenti nel 2008.

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