Nell’incontro nazionale di ieri sera con l’on. Gianni Cuperlo si è stabilito di avvalersi del “Diritto di tribuna” per gli organismi dirigenti e quindi di non dar luogo – come Mozione - ad un apparentamento con una delle due candidature in ballottaggio: Stefano Bonaccini ed Elly Schlein.
Una scelta condivisa e finalizzata anche a costruire un “ponte unitario” tra i due maggiori schieramenti congressuali. Nondimeno si è anche stabilita la libertà di ciascuno di poter esprimere il proprio voto per uno dei Candidati in ballottaggio. Scelta anche questa condivisibile e che quindi ci interpella personalmente.
La mia valutazione parte dall’idea che la mozione di Cuperlo esprima un’esigenza di profondo cambiamento e di rifondazione del PD, con motivazioni e proposte che possano comunque ed a pieno titolo essere parte condivisa del “nuovo PD”. Come elemento indispensabile del suo stesso pluralismo e fattore costitutivo – a livello nazionale, ma non meno a livello regionale e locale - di un processo unitario interno anche per la futura leadership del partito.
Partendo da questa valutazione mi sono interrogato su quale candidatura potesse rappresentare una possibile e maggiore convergenza per motivare una scelta tra i due candidati al ballottaggio. Rifiutando, da parte mia, una astensione sul nome del futuro Segretario nazionale del PD.
A fronte delle sconfitte politiche registrate che hanno portato alla formazione d’un governo con una presenza ed un ruolo centrale d’una Destra, come mai era avvenuto nella storia repubblicana, è necessario proseguire il percorso avviato dalla Costituente per la rifondazione del PD, per la costruzione di una nuova Sinistra plurale e di un’ampia alleanza del Centro Sinistra. Motivi di impegno e di prospettiva per il PD che sono presenti nelle quattro Mozioni. Ma la mia valutazione politica si è concentrata, in particolare, sulle riflessioni riguardanti il mondo del lavoro, e le proposte politiche avanzate da Andrea Orlando. Così come da Pierfrancesco Majorino, a livello regionale. Considerando il grande valore, anche in prospettiva, che ha avuto la sua candidatura in Lombardia, nonché la sua stessa opzione congressuale per Schlein.
A fronte quindi d’una scelta penso che candidatura e programma di Elly Schlein esprimano al meglio potenziali ed auspicabili convergenze, nonché quella indispensabile esigenza d’un profondo cambiamento e d’una discontinuità rispetto al passato. Che, pur essendo l’inizio d’un lungo cammino di opposizione, si rendono assolutamente necessari per dare un futuro al PD. Una scelta, da parte mia quindi, per Elly Schlein, nel ballottaggio da condividere e da sostenere.