Dal PCI al PD il filo interrotto

Cento anni dopo
DAL PCI AL PD IL FILO INTERROTTO
di Claudio Bragaglio

(Bresciaoggi; 24 gennaio 2021)
Strano “compleanno”, quello del PCI. Nato nel ‘21, diversamente rinato nel ‘26 con Gramsci al congresso di Lione, ma – per lo storico Luciano Canfora, nel suo recente libro “La Metamorfosi” - risorto con Togliatti nel ‘44, come un partito nuovo con la “svolta di Salerno”, l’unità antifascista e la Costituente. Molti interventi hanno evidenziato il carattere riformista del PCI, affermato nel tempo in un rapporto sempre più critico con Mosca, dopo l’invasione di Praga nel ’68 e lo strappo per il colpo di stato in Polonia, nell’81.
Ma un punto è di acquisita condivisione. Il PCI, con Berlinguer ed il Compromesso storico, era già oltre i confini del suo stesso nome. Ed è la ragione per la quale è stato l’unico partito comunista a non essere travolto dal crollo del muro di Berlino, segnando, con le sue trasformazioni in PDS e DS, l’orizzonte d’una nuova sinistra, insieme ad altre forze laiche e cattoliche, promuovendo l’Ulivo. Evidente il filo conduttore della politica unitaria togliattiana, berlingueriana ed ulivista nel rapporto tra la sinistra, le forze cattoliche e laiche, seppur diversamente definite ed in mutate situazioni.
Ma nella rilettura critica della storia dei “comunisti italiani” ho notato l’imbarazzata rimozione che ha finora riguardato il passaggio al PD. Che fine ha fatto tale storia nel PD? A maggior ragione l’interrogativo si pone nel rileggere le vicende del PCI-PDS-DS in parallelo con la scomparsa di Emanuele Macaluso, una straordinaria biografia da molti ricordata.
Nella traumatica svolta della Bolognina dell’89, rimaneva in campo la prospettiva d’un dopo-PCI con radici già da tempo ancorate al riformismo socialdemocratico. Mentre con la nascita del PD quelle radici in gran parte venivano divelte, neppure più trapiantate in un nuovo campo. Questa la critica aspra di Macaluso, rimossa dai recenti ricordi, quasi che il suo pensiero fosse fermo al 2006.
Oggi come PD siamo nella tormenta politica. Molti si schierano contro Renzi e la sua “colonna infame”. Ma gli avvenimenti di queste ore sono figli solo d’un suo atto sconsiderato o anche d’una “narrazione” del decennio?

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