Il perchè d'un sì di Sinistra contro l'aggiramento in atto della Destra. I rischi della difesa della linea Maginot

Nella cornice museale del lavoro in Val Trompia, a Tavernole sul Mella, con il “monumento” d’un maglio ad acqua in bella mostra, s’è svolto un interessante confronto – promosso dai giovani di Face to Face – sul Referendum. Un confronto con argomenti e stima reciproca tra il sen. Eugenio Comincini (Italia Viva) e Fabrizio Benzoni (Azione) per il No, Dario Violi (M5S) ed il sottoscritto (PD) per il Sì. Moderato dal Presidente della Valtrompia  Massimo Ottelli. Nessuno s’è sottratto agli argomenti più noti di carattere costituzionale, ma volutamente ho sottoposto agli interlocutori un elemento che rappresenta per me una novità sostanziale delle ultime settimane, soprattutto con l’uscita dell’on. Giorgetti della Lega quando ha sostenuto che la vittoria del Sì avrebbe rafforzato il Governo Conte. Giorgetti è tra i più intelligenti della Lega ed ha colto la novità d’un clima cambiato. Infatti la riduzione dei Parlamentari era condizionata dal ritenere scontato il consenso del Paese. In base a ciò, chi per convinzione, chi per opportunismo s’è allineato ad un tale “idem sentire”, con un voto in Parlamento quasi al 100%. Con il PD che ha cambiato posizione in quarta votazione in fase di formazione di Governo con il M5S. All’interno poi delle varie forze, compreso il PD, sono emersi sempre più i distinguo dei No. Di vari costituzionalisti e poi di Giornali che han fatto – come un partito tra partiti – quel che sappiamo. Per molti la campagna elettorale si conclude sull’onda di come era cominciata, senza avvertire la potente virata in atto in questi giorni. Con la Destra che ha colto al balzo la novità sostanziale, mentre il Centro Sinistra traccheggia sul già detto e il ridetto. Compulsivamente. Con la conferma del No, buon ultimo, anche di Veltroni.